BRA, EMERGENZA RIFIUTI:
E’ INCONGRUENTE IPOTIZZARE IL TERMOVALORIZATORE
di Gianni Rinaudo
Novembre 2002
“La vocazione produttiva delle ricche terre del braidese fanno di Bra, per la sua posizione baricentrica rispetto ai territori di produzione, uno dei centri di maggior rilievo all’interno del panorama agricolo regionale: importante per i suoi vitelli da carne, la tradizione dell’orticoltura,…
Per la sua posizione baricentrica tra le colline di Langa e Roero e le fertili pianure del cuneese, Bra è da sempre importante luogo di scambi e commerci, alimentati fin dai tempi più remoti dalla ricca compravendita di vini e di formaggi d’alpeggio…
Il boom economico porta un nuovo e radicale stravolgimento nella struttura economica: l’industria pesante si afferma in maniera decisa ed anche le industrie braidesi mutano le loro vocazioni, indirizzandosi decisamente verso attività legate alla lavorazione delle materie plastiche ed alla meccanica pesante…
La Bra del terzo millennio si presenta con un volto ancora differente. La fortunata congiuntura turistico-commerciale che ha interessato il Piemonte meridionale negli anni ’ 90 consente all’economia braidese di mutare nuovamente aspetto e di indirizzarsi verso un terziario avanzato che coniuga le esigenze dei tempi moderni con il rispetto e la valorizzazione delle tradizioni.
Bra è oggi sede di importanti rassegne e manifestazioni, di associazioni di rilievo nazionale ed internazionale, di un caratteristico commercio che ritorna a privilegiare la ricca produzione enologica e gastronomica di queste terre.
Il costante sviluppo demografico ed un reddito pro-capite superiore alla media nazionale fanno di Bra una delle città di rilievo nell’ambito del panorama sud piemontese”…
La presentazione-descrizione di Bra, tratta dalle pagine del sito web del Comune, fa intravedere chiaramente una motivata proiezione futura che pone al centro il turismo.
Da un punto di vista globale potremmo dire che il flusso evolutivo della città sta realizzando un naturale riequilibrio-territoriale; le attuali attività produttive – industriali saranno sempre più compatibili con l’ambiente e si incentiverà ancor più l’agricoltura, il turismo,… per far si che il braidese diventi un centro europeo e nazionale dell’ alimentazione, ma non solo.
A fronte del predetto diviene difficile comprendere come sia possibile concepire, ipotizzare la realizzazione di un termovalorizzatore -termodistruttore di rifiuti proprio in questo territorio.
A prima vista pensare d’insediare nel braidese un ciclopico o piccolo termovalorizzatore, che si spera solo ipotizzato nella sostanza quanto nella forma, significa voler contraddire pesantemente “la costante crescita delle attività terziarie, prevalentemente indotte nei settori del turismo e della ricettività, comporteranno ancora ulteriori cambiamenti nello spaccato socio-economico braidese nei prossimi anni”(www.comune.bra.cn.it/citta/economia.htm
Forse che “gli ulteriori cambiamenti” stanno ad indicare che si vuole sostituire il simbolo della città, la Zizzola, con una bella ciminiera e che invece della chiocciola dello Slow Food si vuole un CDR (Composto Di Rifiuti)?
I rifiuti ci sono e bisogna gestirli,ma pubblicare in queste settimane solo le tabelle sulla Raccolta Differenziata (RD) della zona può essere fuorviante; perchè non si pubblicano anche i dati dell’inquinamento atmosferico e della loro relativa incidenza in campo sanitario?Oppure i dati dei flussi turistici?Degli allevamenti?Delle produzioni agricole?…
La gestione dei rifiuti si può affrontare in modo parziale o globale, come ogni fenomeno umano.
La nostra è una Società della Informazione e necessita di una vasta comprensione scientifica verificata da un ampio dialogo tra i cittadini e le amministrazioni.
Molte delle diseconomie contemporanee – ad esempio i troppi rifiuti – vengono infatti a dipendere da una logica settoriale che non è più capace di prendere in considerazione la globalità dei problemi e quindi non riesce a sviluppare quelle metodologie di PROBLEM SAVING tese ad evitare i problemi economici, ecologici, sociali e del lavoro, ecc… limitandosi ad una risoluzione parziale e tecnologica delle problematiche contemporanee, spesso con il risultato di risolvere solo alcuni problemi, mentre al contempo da ogni problema parzialmente risolto viene a generarsi a cascata una serie di altri che risultano in gran parte irresolubili nel quadro di una gestione delle conoscenze solo di tipo specialistico.
La situazione della gestione dei rifiuti è simile a quando ci si trova in mano una matassa di filo annodata in molteplici punti, così che per scioglierne uno se ne avvinghiano molti altri.
Ai giorni nostri , era della economia della conoscenza, è un po’ provinciale dare soluzione alla mole di rifiuti prodotta iniziando dall’effetto e non dalla causa. La causa principale dei rifiuti sono gli eccessivi imballaggi.Il primo obiettivo della legge non e’ riciclare, ma ridurre la produzione del rifiuto: l’imballaggio e’ il business del secolo?
Solo nel quadro di un sapere vastamente condiviso, su questo ed altri problemi, ci potra’ essere l’antidoto principale di ogni degenerazione contemporanea della globalizzazione.
Il BUSINESS ETHICS e l’extended enterprises – contribuire allo sviluppo territoriale in un’ottica transnazionale – sono realtà in molte parti della nazione e del mondo. (cfr. Sabaf-Spa)
In Svizzera e Germania, in merito ai rifiuti, si adottano sistemi semplici e funzionali che presuppongono un senso civico spiccato.
Da noi anziche’ dare salate sanzioni a chi non applica il Decreto Ronchi si procede per deroghe, eppure c’e’ una legge europea che per il rispetto dell’ambiente obbliga a ridurre al massimo i rifiuti che finiscono negli inceneritori e in discarica.
Basterebbe adottare un sistema semplice: quello svizzero, il costo dello smaltimento del rifiuto non riciclabile viene coperto con la tassa sul sacco, pagata dai cittadini semplicemente acquistando un sacchetto.
A Torre Boldone in provincia di Bergamo l’acquisto del sacco riesce a coprire i costi di smaltimento. Non e’ un caso se nella gran parte della provincia Bergamasca il 70 per cento del rifiuto diventa una risorsa da riciclare. Inoltre una novita’ per ridurre il rifiuto e’ il dispenser viaggiante che porta sotto casa i detersivi, ecc… alla spina.Il dispenser viaggiante che distribuisce porta a porta diversi prodotti, riempiendo le ricariche, e’ una invenzione della ditta di detersivi Allegrini di Bergamo. Il sistema di distribuzione si chiama “Casa Quick”.
La Faber-Ambiente ha messo a punto il sistema SMART REC – compattamento dei rifiuti,infatti vi è un notevole vantaggio nel ridurre i volumi dei materiali raccolti con la Raccolta Differenziata (RD) poiché il vero fattore di costo, nella gestione dei rifiuti, è il volume, molto più del peso. In termini di costo, tale vantaggio è ancora più rilevante perché i costi di svuotamento e trasporto della RD sono molto più elevati di quelli dei rifiuti non differenziati, in quanto la RD richiede trasporti specifici di un materiale alla volta, con mezzi che devono essere sempre ripuliti, con siti di accumulo delle varie frazioni a volte molto lontani, etc. Tale valore è destinato ad incrementare, e di molto, date le prescrizioni della Legge “Ronchi” dal 2000, la necessità di calcolare nei costi di discarica la successiva bonifica dei siti, e la tendenza legislativa ad applicare sovrattasse di discarica ai Comuni che non raggiungessero le elevate aliquote di RD imposte per Legge. Ma con bassi valori del costo di discarica e con alti valori del costo di prelievo e trasporto della RD , però, il risultato netto è che la RD, imposta per legge oltre che sempre più richiesta dai cittadini, può addirittura generare un aumento totale dei costi del servizio. Applicando, invece, i pre-compattatori che riducono sia gli svuotamenti che i trasporti della RD, si genera, finalmente, una immediata riduzione del costo del servizio . Tale riduzione cresce con il crescere della resa in RD. In sintesi, all’obiettivo di legge del 35% di resa della RD, si ottengono risparmi del 40% rispetto alla RD tradizionale. Secondo la Faber-Ambiente con incentivazione, pre-cernita e pre-compattazione si possono anche risparmiare oltre 75 euro-anno per famiglia, ovvero circa 450 milioni di vecchie lire all’anno ogni 10.000 abitanti.
Un termovalorizzatore-termodistruttore di rifiuti ha costi esorbitanti, decine e decine di miliardi (cfr.www.termotrezzo.it), perché non investire gli stessi soldi in modo più creativo e risolutivo del problema rifiuti?
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