PROGETTO
PER IL MONITORAGGIO DELLA QUALITÁ DELL'ARIA DI UNA CITTÁ:
"Ma
che aria respiro?"
di Gianni Rinaudo
1)
Denominazione del progetto: “…ma che aria respiro?…”
2)
Ente Pubblico proponente. Comune di …, Assessorato all’Ambiente
3)
Responsabile del progetto.
4)
Descrizione sintetica del progetto.
Per
lo sviluppo progettuale, al fine di conoscere, far conoscere e
sensibilizzare la popolazione sullo stato della qualità
dell’aria nella nostra città, vengono utilizzati
i licheni epifiti come bioindicatori dell'inquinamento atmosferico.
Lo studio sarà basato sulla frequenza e copertura delle
specie licheniche corticicole.
Il progetto è rivolto:
a tutta la cittadinanza in quanto si prevede:
* la costruzione della mappa lichenica del comune, che verrà
resa pubblica attraverso il sito-web del comune,
* la realizzazione del “percorso lichenico della Città
di …”, attraverso l’installazione di bacheche
che verranno posizionate nei pressi delle 25 stazioni licheniche
- scelte dagli esperti-biologi incaricati della realizzazione
scientifica del progetto - in cui si presenteranno con sintetiche
informazioni le specie licheniche individuate nell’area,
ecc… (le bacheche verranno aggiornate annualmente)
* la distribuzione di almeno duemila copie del vademecum lichenico
(opuscolo didattico per insegnare ai cittadini l’osservazione
dei licheni, la loro funzione di biomonitori, bioindicatori, ecc..)
In particolare saranno direttamente coinvolti:
* gli insegnanti, dell’ambito e discipline scientifiche
ed i loro alunni, delle Scuole Elementari (ultimo anno), Medie
Inferiori e Superiori della Città di …,
* i genitori ed i nonni degli studenti delle classi interessate
(si propone anche a questi utenti la possibilità d’accostarsi
ai contenuti ed alle metodologie progettuali al fine di dare la
più ampia divulgazione dell’iniziativa e non rinchiuderla
nel recinto scolastico).
Si stima in oltre 1000 individui, adulti e giovani compresi, il
numero dei soggetti che, a livelli diversi, ma direttamente, verranno
coinvolti nella realizzazione del progetto.
Si svilupperà nel corso di un anno scolastico attraverso
tre fasi:
La prima concernerà il conoscere,
la seconda l’esperimentare,
la terza il produrre.
Conoscere, esperimentare e produrre seguiranno un percorso circolare
ed a spirale, non lineare, che permetterà ai diversi partecipanti
di affrontare in modo unitario, in un’ottica di ricerca,
le diverse fasi del progetto.
Indispensabile sarà l’utilizzo, per il lavoro di
gruppo della tecnica del feed-back esplicito al fine di monitorare
costantemente gli obiettivi, che devono essere condivisi e preventivamente
definiti, dagli insegnanti con gli esperti ed il responsabile,
in linea con il presente progetto.
L’iniziativa verrà presentata alla cittadinanza attraverso
la realizzazione di un Convegno pubblico dal titolo: “…ma
che aria respiro?…domandaglielo ai Licheni!”. Obiettivo
delle relazione e del dibattito sarà trarre, dalle esperienze
già realizzate in altre città, indicazioni utili
al percorso e processo progettuale.
Gli esperti, di cui il progetto si avvarrà, contribuiranno
anche alla formazione - sui diversi aspetti contenutistici e metodologici
- degli insegnanti e degli adulti interessati. Occasionalmente
opereranno anche con gli studenti.
Loro compito specifico sarà:
- progettare e realizzare la mappa lichenica della città
con i docenti delle diverse scuole,
- produrre i testi descrittivi delle 15 bacheche del “percorso
lichenico”,
- coordinare la realizzazione di una pubblicazione didattico-divulgativa:
“il vademecum lichenico” (utilizzando il percorso
esperito: interazione dei docenti di scienze, studenti ed eventuali
genitori), che verrà distribuito a settori specifici della
popolazione e a tutti coloro che ne faranno richiesta.
5)
Tema a cui si riferisce il progetto
L’inquinamento
atmosferico… e la salute… dei bambini.
Per motivi biologici i bambini sono più sensibili degli
adulti ai rischi ambientali.
Su scala mondiale i due terzi di tutte le malattie prevenibili
aventi cause ambientali colpiscono i bambini. L'età è
un fattore determinante del rischio ambientale perché tutti
i processi di assorbimento e di metabolismo sono accelerati nell'infanzia,
mentre la vulnerabilità dei tessuti all'esposizione a varie
sostanze presenti nell'ambiente è molto più accentuata
che non negli adulti. Inoltre le abitudini di vita dei bambini
(vita all'aria aperta, contatto col suolo, mani perennemente in
bocca) li rendono più esposti alle sostanze inquinanti
presenti nell'ambiente. L'effetto combinato di una maggiore vulnerabilità
costituzionale con le maggiori opportunità di esposizione
alle sostanze presenti nell'ambiente - soprattutto pesticidi e
inquinanti atmosferici - può diventare per i bambini un
autentico fattore di rischio. Inoltre i bambini sono esposti al
rischio ambientale fin da piccolissimi.
Un altro importante fattore predisponente è costituito
dal fatto che i bambini respirano più aria degli adulti
- circa il doppio per kg di peso corporeo - e l'aria che respirano
è di peggiore qualità in quanto più vicina
al suolo e quindi più piena delle micidiali polveri fini
residuate dalla combustione dei carburanti, che tra l'altro vengono
inalate e assorbite più in profondità di quanto
non avvenga negli adulti.
Il problema dell'inquinamento atmosferico è, nel Nord come
nel Sud del mondo, di gran lunga il problema ambientale più
serio: si calcola che qualcosa come 3 milioni di morti premature
nel mondo - di cui circa il 90 % nel terzo mondo - sia dovuto
a infezioni respiratorie croniche in larga misura determinate
dalla cattiva qualità dell'aria. Mediante l'introduzione
delle marmitte catalitiche per le auto molti paesi industrializzati,
tra cui l'Italia, hanno significativamente ridotto la quantità
di piombo e altri metalli., ma il problema inquinamento dell'aria
è lungi dall'essere risolto perché permangono nell'atmosfera
altre sostanze inquinanti, nonostante le innovazioni tecnologiche
apportate alle auto.
Questa mutata attenzione da parte dell'opinione pubblica si è
tradotta in attenzione da parte dei politici che, specialmente
nei paesi industrializzati in cui appare ormai evidente a tutti
che uno sviluppo dissennato senza controllo dell'impatto ambientale
eserciti conseguenze perniciose sulla salute umana, stanno concedendo
all'infanzia una certa priorità nelle loro agende. Segno
tangibile di questa mutata atmosfera è la Dichiarazione
di Denver del 1997 in cui i ministri dell'ambiente dei G8 si sono
solennemente impegnati a prendere misure severe per limitare i
danni determinati dall'inquinamento …
Le statistiche, a disposizione dell’Unicef, sulla salute
dei bambini italiani indicano nell'asma e nei disturbi dell'apparato
respiratorio le malattie più diffuse.
Studi recenti condotti su scala internazionale (International
Study on Asthma and Allergies in Childhood ) sotto l'egida dell'Organizzazione
Mondiale della Sanità hanno individuato un nesso tra queste
patologie e l'inquinamento atmosferico, nel senso che i principali
inquinanti atmosferici, anche se non allergizzanti di per se stessi,
sono accusati di aggravare e cronicizzare i sintomi e gli stati
infiammatori dell'apparato respiratorio, agendo in sintonia con
gli allergizzanti che per parte loro sono a loro volta in vertiginoso
aumento nei paesi industrializzati.
Dall'aria provengono quindi i pericoli maggiori per la salute
dei bambini. Esistono a questo proposito indagini e studi condotti
in Italia sugli effetti che alcuni composti chimici presenti nei
combustibili e in altre sostanze più o meno diffuse nell'ambiente
che ci circonda esercitano sull'apparato respiratorio infantile.
Secondo le elaborazioni della Commissione Tossicologica Nazionale
sull'esposizione al benzene, in Italia "da 16 a 272 dei casi
annui di leucemia, su un totale nazionale di 5.500 casi sono imputabili
al benzene". Tra questi i casi di leucemia nei bambini sono
circa 400, circa l'8% (i dati sono stati forniti dalla sezione
italiana dell'OMS). Indubbio fattore di rischio per la salute
dei bambini e non, il benzene è presente quasi ovunque
in Italia anche se a livelli non particolarmente elevati rispetto
al panorama europeo. Secondo le raccomandazioni dell'OMS, la riduzione
della quantità di benzene dalle benzine potrebbero offrire
un notevole contributo alla riduzione di questa sostanza dannosa
dall'atmosfera.
Un altro elemento particolarmente irritante per le delicate mucose
del bambino e per le vie respiratorie, che, paradossalmente, è
più abbondante nei parchi e nelle zone verdi che non in
mezzo al cemento è l’ozono.
Quella che viene considerata come l'abitudine più sana
e salutare in assoluto cioè accompagnare i bambini al parco
sul far della sera delle giornate estive li espone in realtà
al rischio-ozono. Meglio quindi privilegiare le ore del mattino
per i giochi nel parco in piena estate. Per quanto non ancora
del tutto chiariti gli effetti dell'ozono sui bambini riguarderebbero,
secondo studi recenti condotti negli Stati Uniti e in Austria,
principalmente la funzionalità polmonare e il sistema immunitario;
ma si tratta soltanto di ipotesi, per ora non si può dire
niente di preciso sugli effetti a lungo termine dell'ozono sui
bambini.
Altrettanto micidiali le polveri fini, un altro residuo della
combustione, sottili e penetranti nella mucosa bronchiale. Questo
tipo di inquinamento supera spesso i valori massimi stabiliti,
esercita pesanti effetti sulla salute della popolazione in tutte
le fasce di età (è la causa di crisi respiratorie
e attacchi di asma in soggetti già malati) e rappresenta
forse secondo l'OMS il problema più rilevante dell'inquinamento
in Italia. Secondo le recenti linee guida dell'OMS non esiste
per queste sostanze un effetto soglia, cioè non esiste
un livello al di sotto del quale non ci sono effetti negativi.
Una limitazione di questo tipo di inquinamento attraverso opportune
misure
sarebbe quanto mai urgente. Più dei singoli elementi è
il mix di tutte queste sostanze nell'atmosfera ad esercitare effetti
pesanti sull'apparato respiratorio dei bambini. Un altro studio
più recente ha evidenziato inoltre un peggioramento, anche
se non di enormi proporzioni, di tutte le patologie respiratorie
in quei bambini esposti a traffico pesante nei pressi della loro
abitazione o della scuola. L'associazione tra esposizione al traffico
pesante e incidenza delle malattie respiratorie è particolarmente
evidente nelle aree metropolitane dove il traffico pesante fa
aumentare di circa l'8% la probabilità di contrarre malattie
respiratorie nei primi anni di vita, mentre nelle aree semiurbane
e rurali l'esposizione al traffico pesante non fa aumentare il
rischio di ammalarsi in modo significativo. Bronchite, bronchiolite
e polmonite sono le malattie in cui il nesso causale con l'esposizione
al traffico pesante è maggiormente dimostrato, ma sempre
nelle zone urbane e metropolitane; viceversa essere esposti al
traffico pesante se si vive in zone in cui l'aria non è
inquinata non costituisce un grosso rischio per la salute.
6)
Descrizione dettagliata dei contenuti del progetto
CONOSCERE
a) Conoscere la città in relazione all’inquinamento
atmosferico.
… è una città che conta circa … abitanti,
situata nell’alveo paleolitico del fiume …, in provincia
di …, a … km da … e …da ... La cittadina
sita a oltre 200 m s.l.m. si estende principalmente su terreni
pianeggianti, a nord-ovest parte dell’abitato e delle frazioni
sono situate sulle colline del … di cui … è
una delle “porte”. Centro medievale, ha conosciuto
negli ultimi decenni una forte espansione industriale.
L’area che verrà presa in considerazione per il biomonitoraggio
lichenico ha un’estensione di circa 25 Kmq.
La città di … presenta un traffico veicolare discreto,
ha sedicimila autoveicoli immatricolati. Inoltre è attraversata
- dai mezzi pesanti in un unico senso di marcia - dalla SS. …
Nel suo territorio sono insediate diverse aziende che occupano
complessivamente oltre 2500 addetti.
Alcune ditte sono dotate di termodistruttori - si prevede per
un utilizzo complessivo di 8.000 (ottomila) tonnellate di rifiuti
da lavorazione - collocati in zone limitrofe alle abitazioni,
distanti poche centinaia di metri da scuole ed altri siti sensibili.
La zona industriale della città è in parte a ridosso
delle abitazioni.
Il territorio di … è caratterizzato dal tipico regime
pluviometrico della pianura Padana, con precipitazioni frequenti
e/o abbondanti nelle stagioni primaverile e autunnale, ma piuttosto
ridotte in estate e nel periodo invernale.
b) Conoscere…l’ Inquinamento atmosferico
I maggiori responsabili dell'inquinamento atmosferico urbano sono
il traffico veicolare e il riscaldamento domestico. Non sono pochi,
comunque, i centri urbani in cui sono rilevanti le emissioni legate
alle attività industriali o energetiche. I grandi impianti
industriali ed energetici contribuiscono soprattutto alla formazione
di ossidi di zolfo e di azoto , oltre alle polveri sospese.
Il traffico veicolare contribuisce soprattutto alla formazione
di: monossido di carbonio; ossidi di azoto; idrocarburi come il
benzene.
Per quanto riguarda il riscaldamento civile, i combustibili più
usati (oltre l'80%), ancora negli anni sessanta, erano la nafta,
il carbone. Le concentrazioni di anidride solforosa nell'atmosfera
dovevano essere, quindi, molto alte.
Oggi, con la diffusione del metano, la situazione è migliorata.
Il metano, infatti, è meno inquinante di carbone, nafta
e gasolio, anche se la sua combustione produce grandi quantità
di ossidi di azoto.
Piuttosto preoccupante la situazione italiana dell'inquinamento
da ozono, un inquinante secondario che si forma nell'atmosfera
a partire dall'ossido di azoto; si tratta di un importante inquinante
delle aree urbane, specialmente durante le giornate calde e assolate,
allorché l'inversione termica impedisce all'aria di circolare
e l'ozono rimane bloccato nell'atmosfera. La maggior concentrazione
di ozono si ha di pomeriggio, nelle stagioni calde, in prossimità
di zone alberate dove la sostanza si concentra. Critica la situazione
per ciò che riguarda il benzene presente nell'atmosfera
e proveniente dai mezzi di trasporto, che, secondo recenti studi
è una delle sostanze più pericolose per la salute
dei bambini.
Sostanza volatile organica, eliminata dalla combustione delle
comuni benzine e dal fumo di sigaretta, il benzene è dappertutto
ed è difficile difendere i bambini dai rischi che comporta.
Esso penetra nell'organismo attraverso i polmoni; una frazione
compresa tra il 18 e il 50% del benzene inalato viene rapidamente
assorbita dal sangue e soltanto la metà di questa quota
viene eliminata come tale attraverso le vie respiratorie e in
minima parte attraverso le vie urinarie mentre ciò che
resta viene metabolizzato a livello epatico e in sottoprodotti
idrosolubili. Il benzene è stato classificato tra le sostanze
cancerogene per l'uomo.
c)
Conoscere… le caratteristiche dell’aria.
Grazie al progresso scientifico e tecnologico, l’uomo cerca
di risolvere i più grandi enigmi della civiltà.
Eppure molti non sanno con precisione le caratteristiche del fluido
- l’aria - che ci fornisce il sostegno e le sostanze necessarie
per la sopravvivenza. In genere la composizione dell’aria
è abbastanza costante, però in particolari ambienti
possono aumentare le percentuali di certi componenti: per esempio
nelle città sono presenti molti residui dei gas di scarico
delle auto, delle fabbriche, dei bruciatori per riscaldamento,
etc…
Per i gas come l’azoto, l’ossigeno, l’argon
visto che si trovano nell’atmosfera in grande percentuale,
non si verificano cambiamenti, a differenza dei restanti elementi
compresa la CO2.
Per il continuo bisogno di energia, vengono utilizzati combustibili
organici, liberando nell’aria oltre alla CO2 e CO, numerose
altre sostanze: SO2,NO2,NO,benzene, idrocarburi incombusti e Pb.
L’aria – in stato d’equilibrio - è composta
da Azoto (78, 09%), Ossigeno (20,94%), Argan (0,93%), Anidride
carbonica (0,032%) - tutti questi elementi chimici si quantificano
in % = molecole di una sostanza presenti su un numero totale di
100 molecole - e da Neon, Elio, Metano, Kripton, Idrogeno, Protossido
di Azoto, Ossido di Carbonio, Ozono, Anidride Solforosa, Biossido
di Azoto – tutti questi elementi chimici si quantificano
in Ppm = molecole di una sostanza presenti su un numero totale
di 1.000.000 (milione).
d)
Conoscere…la qualità dell’aria che si respira
attraverso diverse metodologie.
Oggi giorno nei centri urbani fortemente abitati si vede un progressivo
peggioramento della qualità dell’aria e perciò
si ha la necessità di controllare il livello degli inquinanti
nella stessa per salvaguardare l’ambiente e la salute dei
cittadini. Per raggiungere questo scopo sono state installate
sul territorio centraline di rilevamento che costituiscono un
valido metodo per la misurazione del livello delle sostanze tossiche,
ma a causa del loro eccessivo costo non si può installare
una rete di rilevamento in grado di fornire dati riguardanti vaste
aree. È pertanto auspicabile un’integrazione dei
dati raccolti dalle centraline con altri metodi che consentono
di valutare la qualità dell’aria e ottenere una resa
cartografica di questa. Questa mappa può essere ottenuta
mediante un' indagine lichenica.
e)
Conoscere… i licheni e perché sono ottimi bioindicatori.
I licheni sono organismi costituiti da un'associazione tra un
fungo (ascomiceti, più raramente basidiomiceti) e tra un
organismo in grado di fotosintetizzare (cianobatteri e/o alghe
azzurre o verdi).
La simbiosi che ne deriva non è di tipo parassitario, ma
di tipo mutualistico perché: il fungo fornisce l'umidità,
i nutrienti minerali e l'attacco al substrato; l'alga fornisce
il "cibo", prodotto per mezzo della fotosintesi clorofilliana.
I licheni sono facilmente individuabili in base alle loro brillanti
colorazioni dovute alla produzione degli acidi lichenici.
Il partner fungino (micobionte) e quello algale (fotobionte) danno
origine al tallo, che si presenta sotto varie forme.
Per rilevare il grado di inquinamento dell’aria della città
si utilizzeranno i licheni come bioindicatori.
Questi, pur non essendo capaci di discriminare tra i diversi tipi
di inquinanti, sono in grado di stimare la qualità complessiva
dell’aria risultando sensibili all’effetto di tutti
gli inquinanti.
I licheni sono esseri viventi che reagiscono in modo assai sensibile
all'inquinamento atmosferico e costituiscono gli indicatori tradizionali
di quest'ultimo. I licheni con la loro metamorfosi indicano l'effetto
esercitato dall'insieme degli inquinatori atmosferici durante
un periodo prolungato. Allestendo una rappresentazione cartografica
della composizione dei licheni su alberi isolati si può
stabilire la graduatoria dell'inquinamento atmosferico.
Il loro metabolismo dipende essenzialmente dall'atmosfera; la
loro attività metabolica è ininterrotta durante
l'anno; hanno un ritmo di crescita molto lento e sono longevi;
non si liberano periodicamente delle parti vecchie o intossicate;
è dimostrata la loro sensibilità nei confronti delle
sostanze inquinanti (anidride solforosa, idrocarburi, ozono, ossidi
di azoto e altre)
I licheni sono uno dei bioindicatori di qualità dell’aria
più utilizzati in Italia ed in Europa; il livello di inquinamento
atmosferico è espresso dall’Index of Atmospheric
Purity (I.A.P.), per il cui calcolo si considera esclusivamente
il numero e la frequenza delle specie di licheni epifiti presenti
entro un reticolo di rilevamento standardizzato che viene applicato
sulla corteccia di alcune specie arboree. Un’équipe
diretta da K. Amman ha verificato l’efficacia di 20 formule
per il calcolo dello I. A. P., proposte da diversi autori, in
base alla loro capacità di prevedere la concentrazione
di alcuni inquinanti atmosferici.
Una delle formule di calcolo più semplici, basata sulla
somma delle frequenze dei licheni nel reticolo, si è dimostrata
in grado di prevedere la concentrazione degli inquinanti con una
certezza superiore al 97%. Il metodo è stato utilizzato
in Italia da Nimis e da altri ricercatori, in diverse realtà
territoriali.
Il biomonitoraggio con i licheni è utilizzabile anche in
ambito didattico, seguendo un "metodo semplificato",
basato su di un numero minore di specie licheniche, di relativamente
facile riconoscimento.
Il metodo è stato proposto e divulgato dal W.W.F., in Svizzera
e poi in Italia. Sono state realizzate alcune significative esperienze
didattiche, interessanti anche dal punto di vista del monitoraggio
della qualità dell’aria, quando insegnati e studenti
sono guidati da lichenologi, in grado di controllare che la determinazione
delle specie licheniche sia il più possibile corretta.
Nel 1994 i Ministeri della Pubblica Istruzione e dell’Ambiente
hanno proposto a livello nazionale il progetto "Licheni e
didattica", che prevede di introdurre nella scuola l’utilizzo
dei licheni come bioindicatori di inquinamento atmosferico, ritenendola
un’esperienza di educazione ambientale di grande rilievo.
Per arrivare ad individuare la specie lichenica, si utilizzano
delle chiavi di lettura che sfruttano l’esame microscopico
ed i test chimici. Si identificano dal colore e dimensione del
tallo, dal tipo di corpo fruttifero, dalla presenza o assenza
di sordi, dalla forma dei lobi, dal tipo di isidi ( struttura
per la propagazione vegetativa ) dalla presenza o assenza di lobi
ciliati, dalla presenza di pseudocifelle ( lacerazioni del cortex
attraverso cui sporge la medulla ).
Il lichene, mancando di aperture stomatiche e di cuticola assorbe
attraverso il proprio strato corticale l'aria e l'acqua e tutte
le sostanze gassose e solide disciolte in essa, riuscendo anche
a catturare particelle di polvere. In generale però, mentre
per i composti gassosi esiste la possibilità di poter essere
riemessi, per gli altri vi saranno processi di trasformazione,
ma difficilmente verranno eliminati: i licheni non hanno come
altri organismi nessun apparato escretore. Ad esempio non perdono
annualmente le foglie come molte piante.
I licheni assorbono quindi dall'aria (oltre all'ossigeno e all'azoto)
anche sostanze inquinanti di varia natura e sono particolarmente
colpiti dalle modificazioni della composizione dell'aria che l'uomo
ha determinato negli ultimi decenni e si trovano quindi a subire
tutti gli attacchi degli elementi inquinanti.
Le sostanze estranee (moltissime: dallo stronzio alle piogge acide)
non potendo essere eliminate portano quindi il lichene alla morte.
Ecco quindi che quando se ne trovano in grande quantità
(ed esistono varie metodologie per stabilirne la frequenza) si
può parlare di un ambiente sano.
I licheni, come già detto, sono strutture vegetali che
originano dalla simbiosi di un fungo ed un alga, da ciò
derivano caratteristiche uniche che determinano una particolarmente
sensibilità all’inquinamento. Anzitutto i licheni
dipendono quasi esclusivamente dall’atmosfera per il proprio
nutrimento (si possono infatti veder crescere anche su rocce),
e, a differenza delle piante, non hanno meccanismi di difesa come
cuticola o stomi per proteggersi da eventuali sostanze tossiche
presenti. Agiscono infatti come spugne, assorbendo dall’atmosfera,
insieme all’umidità, anche tutte le sostanze presenti.
Alga e fungo vivono in un equilibrio che la presenza delle sostanze
inquinanti perturba, condizionando sopravvivenza e crescita del
lichene. Per questa ragione i licheni sono sempre più studiati
ed utilizzati come preziosi bioindicatori, cioè come indicatori
viventi dei livelli di inquinamento atmosferico: nelle aree non
inquinate si trovano numerosi tipi di licheni, che si sviluppano
regolarmente; avvicinandosi ad aree più inquinate (ad esempio
centri urbani), i licheni divengono più rari e crescono
sempre più lentamente, fino ad arrivare, nelle zone ad
alto inquinamento, al cosiddetto "deserto lichenico".
La risposta dei licheni all’ambiente è molto attendibile,
tanto che da esperienze condotte in Svizzera, con monitoraggio
della presenza e della crescita dei licheni si è messo
a punto un "Indice di Purezza dell’Aria" (IAP)
che consente stime molto precise dell’inquinamento atmosferico.
I licheni agiscono anche come bioaccumulatori, infatti, non potendole
utilizzare, accumulano notevoli quantità di sostanze tossiche,
l’analisi chimica di quello che si trova nei licheni fornisce
molte indicazioni su ciò che c’è o che c’era
nell’aria, e quando le concentrazioni sono troppo elevate
il lichene muore.
Da quanto detto appare chiaro che i licheni assumono ciò
che di buono o cattivo capita a loro portata, sono sensibili a
tutti i contaminanti più comuni e più tristemente
famosi quando si parla di inquinamento: anidride solforosa, ossidi
di azoto, e poi i metalli pesanti come piombo, rame, nichel, cadmio,
zinco.
La sensibilità dei licheni offre uno strumento economico
e preciso per studiare l’inquinamento e anche per comprenderne
i rischi. I test chimici si basano sulle reazioni che avvengono
tra alcune sostanze licheniche e tra le soluzioni reagenti. Le
sostanze licheniche vengono prodotte dal micobionte e si depositano
sulle pareti esterne delle ife. Si tratta di acidi organici complessi,
che molto probabilmente hanno funzione biocidi.
Gli acidi lichenici costituiscono spesso ottimi caratteri tassonomici,
e la loro presenza è evidenziabile mediante le reazioni
con dei reattivi chimici indicati con delle lettere, quali:
- P (parafenilendiammina)
- J (soluzione di iodio in alcool etilico),
- K (idrossido di potassio)
- il C (ipoclorito di Sodio).
Il K si ottiene sciogliendo delle pastiglie di KOH in una boccetta
di acqua distillata fino all’ottenimento di una soluzione
satura; questo reattivo rimane attivo per mesi. Il C si ottiene
diluendo circa al 50% la comune varechina; questo reattivo deve
essere preparato al momento dell’uso. Applicando una goccia
di reagente al tallo, gli acidi eventualmente presenti si sciolgono
e reagendo con la soluzione fanno cambiare colore alla stessa.
Nelle chiavi di lettura si indica con + le reazioni che cambiano
colore (es.: "K+ Giallo, Rosso" significa che la soluzione
di KOH da trasparente è passata al giallo e poi al rosso).
ESPERIMENTARE
a) Come procedere per il biomonitoraggio
Per prima cosa si deve procedere alla delimitazione dell’area
di studio, la quale deve sempre comprendere il centro cittadino,
la zona periferica e, possibilmente, una o più aree di
campagna. Come base topografica si può utilizzare una cartina
in scala 1:10000 o, nel caso di aree con un’estensione superiore
a 15-20 Kmq, in scala 1:25000.
Il passo successivo consiste nella scelta delle stazioni di rilevamento,
ciascuna delle quali deve essere composta da un massimo di 4 a
un minimo di 2 alberi della stessa specie e ravvicinati tra loro,
scelti tra quelli che presentano la maggiore copertura lichenica.
Non tutti gli alberi, però, possono essere utilizzati per
il biomonitoraggio lichenico. In particolare non devono mai essere
prese in considerazione le seguenti essenze:
Platano (Platanus spp.), Betulla (Betula spp.), Ippocastano (Aesculus
Hyppocastanus), in quanto, con la crescita, perdono gli strati
superficiali della scorza; tutte le specie di conifere, poiché
hanno una scorza molto acida, inadatta alla crescita della maggior
parte delle specie licheniche di pianura.
Le caratteristiche devono essere le seguenti:
_ Il tronco deve essere perfettamente verticale e deve avere una
circonferenza minima di 70-80 cm, in modo che la lettura con il
reticolo possa ritenersi corretta;
_ Il tronco non deve presentare ferite, bitorzoli o scanalature;
_ Non devono essere stati effettuati trattamenti antiparassitari
o verniciature del tronco;
_ Non ci deve essere una forte presenza di muschio;
_ Gli alberi devono essere il più possibile isolati ed
in nessun caso parte di siepi.
Bisognerebbe inoltre escludere gli esemplari la cui posizione,
presumibilmente, non corrisponda ad una situazione di inquinamento
medio di quella zona, come ad esempio una pianta posta sul ciglio
di una strada di discreta percorrenza, in una zona di aperta campagna.
Per ottenere un risultato più preciso e attendibile, è
necessario ridurre al minimo la variabilità dei risultati
dovuta alle diverse caratteristiche del substrato di crescita
dei licheni. Il numero e la distribuzione delle stazioni di rilevamento
possono variare in funzione di diversi parametri, quali, ad esempio,
la superficie, l’orografia, la densità abitativa,
la distribuzione dei siti industriali nell’area presa in
esame.
Sarebbe comunque opportuno, per indagini in aree relativamente
ristrette (minore di 15-20 Kmq) non scendere sotto una densità
media di una stazione per Kmq (possibilmente maggiore nel centro
cittadino ed eventualmente minore verso le aree di campagna) rispettando
una distanza minima tra le stazioni di circa 200 m.
b)
Come calcolare l’indice di purezza atmosferico (I.A.P.)
Per il calcolo dello I.A.P. viene utilizzato un reticolo di 30X50
cm suddiviso in dieci maglie di 15X10 cm. Il reticolo può
essere costruito con vari materiali (canne, asticelle in legno
o plexiglass, fili di lana, spago o altro), l’importante
è che sia abbastanza plastico da potersi adattare facilmente
alla forma del tronco.
Il reticolo deve essere posizionato su ogni albero della stazione
a un’altezza di circa 100-120 cm dal suolo, sulla parte
del tronco che presenta la massima copertura di licheni; per ciascuna
specie lichenica, occorre rilevare la frequenza (in quanti rettangoli
del reticolo compare la specie) riportando il valore sull’apposita
scheda riportata alla fine del paragrafo. La frequenza di ogni
specie potrà quindi variare da 1 a 10 (se una specie lichenica
è presente con più individui all’interno di
uno stesso rettangolo, la si conta comunque una volta soltanto).
Se non si è riusciti a determinare una specie lichenica
presente nel reticolo, le si può dare un nome fittizio,
inserendola comunque nella scheda con la relativa frequenza e
cercando di riportarla con lo stesso nome anche nelle schede degli
altri alberi sui quali viene eventualmente ritrovata.
c)
Come elaborare i dati
Esempio:
Abbiamo individuato una stazione composta da un certo numero di
alberi di Tilia sp. e abbiamo selezionato i quattro esemplari
che, a vista, presentano la maggiore copertura lichenica. Il primo
albero della stazione presenta cinque specie diverse di licheni
rappresentate con i seguenti simboli:
La
specie 1 è presente in 5 rettangoli, la sua frequenza è
quindi 5.
La specie 2 è presente in 1 rettangolo, la sua frequenza
è quindi 1.
La specie 3 è presente in 6 rettangoli, la sua frequenza
è quindi 6.
La specie 4 è presente in 3 rettangoli, la sua frequenza
e’ quindi 3.
La specie 5 è presente in 4 rettangoli, la sua frequenza
è quindi 4.
Sommando le frequenze di tutte le specie licheniche individuate
si ottiene la frequenza totale dell’albero considerato (valore
di I.A.P dell’albero), che in questo caso è 20. L’indice
di purezza atmosferica della stazione è dato dalla media
aritmetica delle frequenze totali degli alberi della stazione
stessa.
Esempio:
Albero 1 Frequenza = 20
Albero 2 Frequenza = 26
Albero 3 Frequenza = 25
Albero 4 Frequenza = 9
Totale = 80
Valore di I.A.P. della stazione 80: 4 = 20
Per facilitare la lettura e l’interpretazione dei risultati
ottenuti, i valori di I.A.P. delle singole stazioni possono essere
fatte rientrare in classi di qualità ciascuna delle quali
corrispondente ad un intervallo di valori dell’indice e
contraddistinta da un determinato colore.
Va precisato che non esistono classi di qualità standard
valide per tutto il territorio nazionale, ma esse vengono scelte
dall’operatore in base alle caratteristiche dell’area
di studio e pertanto hanno un valore relativo. In effetti, come
già sottolineato, i valori di I.A.P. non dipendono soltanto
dal livello di inquinamento atmosferico ma anche dalla specie
arborea presa in esame e dalle caratteristiche climatiche del
territorio considerato. In altre parole, uno stesso valore di
I.A.P. calcolato per stazioni differenti dal punto di vista del
substrato arboreo e /o del clima, può corrispondere a un
livello di inquinamento relativamente diverso.
Tuttavia, considerata la sostanziale uniformità climatica
delle zone più antropizzate del territorio piemontese (in
particolare quelle pianeggianti e collinari) e la buona diffusione
di alberi con caratteristiche simili a livello corticale (ad esempio
tiglio, pioppo, quercia)si è cercato, anche sulla base
di indagini svolte di mettere a punto una tabella di riferimento
unitaria che potesse fungere da modello per successivi lavori
di questo tipo almeno nella nostra Regione. Ciò anche al
fine di facilitare un confronto tra le mappe della qualità
dell’aria realizzate nelle diverse località e nell’ottica
di un loro possibile inglobamento in una più ampia carta
regionale. A tale proposito, la ripartizione in classi di seguito
riportata si è rivelata particolarmente efficace.
INDICE
DI PUREZZA ATMOSFERICA COLORE INQUINAMENTO DELL’ARIA QUALITA’
DELL’ARIA
I.A.P.<0.4 grigio molto elevato pessima
0.5<I.A.P.<1.6 marrone elevato scadente
1.7<I.A.P.<3.7 rosso medio alto bassa
3.8<I.A.P.<6.5 arancione medio mediocre
6.6<I.A.P.<10 giallo moderato discreta
10.1<I.A.P.<14.5 verde basso buona
14.5<I.A.P. blu molto basso molto buona
Una volta individuata la classe di appartenenza, le stazioni possono
essere visualizzate sulla carta topografica con i rispettivi colori,
il che permette una prima lettura d’insieme dei valori ottenuti.
Quando il rilievo si effettua in città o in aree fortemente
inquinate, la dimensione dei licheni può essere molto ridotta
e il loro aspetto può aver subito modificazioni tali da
rendere difficoltoso il riconoscimento delle specie. Per effettuare
le operazioni di conteggio è sufficiente distinguere almeno
la presenza di specie diverse, distinguendole in base a criteri
semplificati (colore, forma..) e assegnando a ciascuna un nome
indicativo (esempio: lichene colore giallo, verde chiaro,..).
Questa semplificazione consente agli alunni di mantenere il ruolo
di protagonisti attivi della ricerca, garantendo, allo stesso
tempo, la correttezza dei risultati del biomonitoraggio.
Il riconoscimento delle specie, può sempre essere fatto
in un secondo tempo.
Le operazioni da effettuare nel corso del rilievo richiedono i
seguenti strumenti: la scheda per il biomonitoraggio, in cui inserire
tutte le informazioni; un metro, per misurare la circonferenza
del tronco; una semplice bussola, per individuare l'esposizione
dei licheni sulla corteccia rispetto ai punti cardinali; una lente
di ingrandimento, per l'osservazone dei talli lichenici presenti
sulla corteccia.
PRODURRE
a) Produzione della mappa lichenica,
b) Produzione delle bacheche per “il percorso lichenico”…..
c) Produzione di un sussidio didattico - divulgativo: “il
vademecum lichenico”.
7)
Obiettivi e risultati attesi.
In
relazione alla cittadinanza l’obiettivo che si vuole perseguire
è informarla sulla qualità dell’aria che si
respira nelle diverse zone della Città. Relativamente agli
insegnanti si vuole perseguire l’obiettivo di una formazione
specifica sui problemi dell’inquinamento atmosferico e conseguentemente
sui licheni in quanto bioindicatori.
Con gli studenti si vogliono accrescere la conoscenza e l’educazione
ambientale nei confronti di un elemento essenziale alla vita:
l’aria. Inoltre si vuole far esperimentare come ci sia profonda
interazione tra l’aria ed i licheni.
Il progetto realizzato prevede che si raggiungano, inoltre, i
seguenti risultati:
- accresciuta sensibilità nei confronti dell’aria,
da parte dei cittadini, e conseguentemente riduzione degli inquinanti
in atmosfera attraverso un più congruo utilizzo del riscaldamento
civile e dell’automobile.
- conoscenza dei licheni e quindi maggior attenzione al deserto
lichenico, qual’ora vi fossero ampie zone della città
così contrassegnate.
- integrazione di diverse entita’ pubbliche e dell’associazionismo
nel realizzare gli obiettivi del progetto.
8)
Destinatari dell’iniziativa.
Gli studenti delle elementari hanno 10/11 anni, quelli delle medie
11/13 anni, quelli delle superiori 14/18 anni.
Gli insegnanti e gli adulti avranno un età media di circa
35/45 anni
Saranno pure coinvolti gli adulti, genitori e non degli studenti,
che desidereranno approfondire i contenuti inerenti il presente
progetto:
- i partecipanti al convegno,
- coloro che leggeranno la mappa lichenica sul sito comunale,
- i passanti, cittadini e turisti, che leggeranno le bacheche
del “percorso lichenico”,
- i lettori del vademecum lichenico, che oltre agli studenti ed
agli insegnanti
verrà distribuito a tutti i professionisti, ecc.., invitandoli
ad esporlo nelle loro sale d’attesa.
9)
L’ambito territoriale entro il quale si sviluppa l’iniziativa
è la Città di …, frazioni comprese.
10)
Strumenti di monitoraggio e di verifica in itinere del progetto. Utilizzo di un questionario che si proporrà a
metà ed al termine della realizzazione progettuale - attraverso
compilazione anonima - agli insegnanti, agli adulti ed agli studenti
al fine di conoscere quale livello di comprensione e quali competenze
si sono acquisite. Dalla lettura dei test si attiverà la
necessaria riorientazione.
La stesura del questionario sarà compito degli esperti
e del responsabile del progetto.
11)
Aspetti qualificanti del progetto con riferimento alla metodologia
e al piano della comunicazione
Realizzando questo progetto si potranno mettere in evidenza i
vantaggi ed i problemi derivanti dall’applicazione del metodo
Amman. Questo metodo risulta semplice e, scegliendo piante non
soggette ad abbattimento per termine del ciclo produttivo (es.
pioppeti), ma quelle che costituiscono le alberate stradali e
giardini pubblici, consente di effettuare valutazioni della variazione
della qualità dell’aria nel tempo. L’applicazione
pratica di questo metodo ci farà toccare con mano il fatto
che si tratta di un sistema rapido, preciso e semplice, alla portata
anche di studenti. Nonostante ciò, il metodo Amman, presenta
alcuni problemi. Il primo più evidente problema è
costituito dal fatto che il metodo è attuabile solamente
nei luoghi in cui siano presenti alberi dotati delle caratteristiche
elencate precedentemente.
Nelle modalità di attuazione che verranno seguite si riscontrerà
che i dati ottenuti avranno una validità spaziale limitata.
Infatti alberi distanti tra loro poche decine di metri, in ambienti
con gradiente di inquinamento variabile sia in senso positivo
che in senso negativo, (es. allontanandoci da una strada ad intenso
traffico) presentano frequenze licheniche molto diverse, che ci
indicano variazioni del tasso di inquinamento. In conseguenza
di questo fatto i risultati ottenuti saranno riportati sulla carta
in maniera puntiforme, assegnando ad ogni sito un’area circolare
del diametro di circa 200 m. nell’ambito della quale si
stima che il tasso di inquinamento sia costante. Non sarebbe corretto
estendere la valutazione misurata in un sito, ad aree circostanti
in cui per la mancanza di alberi non si è potuta effettuare
la rilevazione della frequenza lichenica.
Questa indagine fornirà dati che permetteranno di valutare
l’attuale tasso di inquinamento dell’aria della città
di ...
Realizzando questo progetto si vuole fornire uno strumento utile
alla comunità e ai pubblici amministratori al fine di preservare
e migliorare la qualità della vita.
La realizzazione del convegno d’apertura, dei percorsi formativi
per insegnanti ed adulti, della mappa lichenica (che verrà
divulgata attraverso il sito del comune), del percorso lichenico
e del vademecum lichenico favoriranno un ampia e continuativa
divulgazione degli obiettivi progettuali.
Sarà cura del responsabile del progetto, attraverso l’ufficio
stampa del comune, comunicare gli organi d’informazione
locale le diverse iniziative che si attiveranno ed attueranno
in proposito.
12)
Tempi d’attuazione previsti.
Un anno scolastico sarà necessario per la compiuta realizzazione
del progetto.
Nel mese di settembre si procederà:
alla presentazione del progetto ai Dirigenti Scolastici delle
diverse scuole cittadine, alle prime riunioni del responsabile
del progetto con gli esperti,
alla definizione del programma formativo per gli insegnanti e
gli adulti interessati.
Nel mese d’ottobre si realizzerà il Convegno e si
avvieranno i corsi di formazione.
Nei mesi di novembre, dicembre e gennaio si procederà alla
costruzione della mappa lichenica e conseguentemente del “percorso
lichenico”.
Nei mesi di febbraio e marzo e aprile verranno coinvolti gli studenti
attraverso l’utilizzo del percorso lichenico e della mappa
lichenica.
Entro il mese di maggio verrà stampato il vademecum lichenico,
che sarà distribuito in giugno alla cittadinanza.
L’opuscolo, in quadricromia, 15X21, sarà di 32 pagine
e conterrà foto di alcune specie di licheniche, indicazioni
per il loro riconoscimento, la collocazione delle stazioni licheniche
della città di Bra, la mappa lichenica, notizie sulla composizione
dell’aria e con quali metodologie se ne controlla la qualità
…
Le bacheche oltre le foto e la descrizione delle specie licheniche,
conterranno elementi sulla qualità dell’aria,…
La mappa lichenica sarà progettata sulla pianta della Città
di … utilizzando i diversi colori dello I.A.P.
14)
Il costo complessivo previsto per la realizzazione dell’intero
progetto è di £. 19.420.000 (diciannovemilioniquattrocentoventimila).
15)
Costo disarticolato per singole voci.
16)
L’ammontare del contributo richiesto alla Regione …
è di £ 19.420.000 (diciannovemilioniquattrocentoventimila).
17)
Non si considerano altre ulteriori risorse finanziarie eventualmente
disponibili.
18)
Il presente progetto è un’iniziativa nuova che la
Città di Bra intende realizzare
- per informare i suoi cittadini sullo stato della qualità
dell’aria,
- sviluppare in insegnanti e studenti nuove sensibilità
ambientali,
- per contribuire a ridurre gli inquinanti in atmosfera.
- ….
19)
Indicazioni dei soggetti pubblici/privati eventualmente coinvolti
nell’iniziativa.
Saranno coinvolti tutti gli Istituti scolastici della Città
di … ed alcune Associazioni del volontariato locale.
20)
Osservazioni.
Diversi volontari, oltre agli esperti, contribuiranno in accordo
con il responsabile del progetto al coordinamento delle diverse
iniziative.