di Gianni Rinaudo
Marzo 2003
Il 21 novembre 2002 è stata pubblicata sul Bollettino ufficiale della Regione Piemonte una delibera della Giunta Regionale che adotta le misure necessarie per ottemperare al Decreto Ministeriale 2 aprile 2002 n.60, decreto relativo al recepimento, da parte dell’Italia, di due direttive europee concernenti i valori limite di qualità dell’aria ambiente su alcuni degli inquinanti più comuni. Gli inquinanti considerati sono quattro: NO2, PM10, Benzene e CO. A seguito di precedenti leggi regionali i comuni piemontesi erano divisi in zone sulla base di una stima della presenza di inquinanti nell’aria, zone numerate da 1 a 3 a partire dai casi di presenza più elevata di inquinanti. Dai dati riportati dal Bollettino ufficiale si ricava che, per la provincia di Cuneo, erano in zona 1 i comuni di Alba, Bra, Cuneo, Fossano e Mondovì, in zona 2 il comune di Borgo San Dalmazzo e in zona 3 ventun comuni tra cui Lesegno, Robilante, Roccavione, Saluzzo, San Michele Mondovì e Savigliano. Per tutti gli altri comuni la presenza di inquinanti era stimata bassa. In generale l’impressione era che neppure per la zona 1 fossero previste particolari misure di riduzione dell’inquinamento. La necessità di adeguamento alle norme europee e le stime in base ai dati del 2001 ci fanno scoprire che in molti comuni viene superato il limite per qualche inquinante e che è indispensabile ridurre l’inquinamento fino a raggiungere valori sotto ai limiti; purtroppo questo non può che essere un processo graduale, quindi è necessario fissare un termine di tempo entro cui il raggiungimento deve verificarsi e, per tutti gli anni intermedi, margini di tolleranza sempre più piccoli. Pertanto la delibera della Giunta ridefinisce le zone e modifica la lista dei comuni appartenenti ad esse. Alla Zona 1 sono assegnati, oltre ai comuni che già precedentemente erano individuati in tale zona, anche quelli per cui la “valutazione sulla qualità dell’aria Anno 2001 stima, anche per un solo inquinante, valori superiori al limite aumentato del margine di tolleranza”. In Zona 2 vanno i comuni per cui si stima superamento del limite ma all’interno del margine di tolleranza. In zona 3 vanno i comuni per cui si stima che siano rispettati i valori limite, a cui si devono aggiungere i comuni per cui si stima un certo rischio di superamento dei limiti, raggruppandoli in una sottozona 3p.I comuni delle Zone 1, 2 e 3p fanno parte della Zona di Piano, quella cioè per cui sono previsti interventi migliorativi sulla qualità dell’aria. Rispetto a ciascuno degli inquinanti (NO2, PM10, Benzene e CO) i comuni piemontesi sono stati inseriti dalla Regione in classi numerate da 1 a 5, dove, questa volta, il numero più alto indica stima di maggior inquinamento.
Per la Provincia di Cuneo, sono in Zona 1 nove comuni (Alba, Borgo San Dalmazzo, Bra, Cuneo, Fossano, Lesegno, Mondovì, Robilante e San Michele Mondovì) e in Zona 3p diciotto comuni (Caramagna, Centallo, Cervere, Cherasco, Genola, Govone, Grinzane Cavour, Guarene, Moretta, Piobesi d’Alba ,Roccavione, Salmour, Saluzzo, Santa Vittoria d’Alba, Savigliano, Sommariva Bosco, Torre San Giorgio e Verzuolo), per un totale di ventisette comuni in cui sono indispensabili interventi di miglioramento della qualità dell’aria. Constatata con rincrescimento e preoccupazione questa realtà, non rimane che appellarci agli Amministratori Provinciali e Comunali affinché mettano in atto tutte le misure per la raccolta dei dati, la tempestiva informazione, l’attuazione dei piani di emergenza in caso di superamento della soglia di allarme e soprattutto per il progressivo adeguamento ai limiti di legge.
Sono previsti per questo “Piani di azione” elaborati dalle Province in collaborazione con i Comuni: “le Province garantiscono il coinvolgimento e il coordinamento di tutti i Comuni interessati nonché l’attivazione di confronti sistematici con le categorie interessate, per la miglior definizione ed attuazione delle misure straordinarie relative agli insediamenti produttivi, alla limitazione e/o al blocco del traffico, alla regimazione degli impianti per il riscaldamento degli ambienti” (Bollettino Regionale n. 47, allegato 2).
A fronte del sopraddetto ricavato dalle considerazione del gruppo Legambiente di Mondovì e pubblicato sui giornali dell’area monregalese ci si può porre alcune domande.
Tutti i cittadini della Lombardia, della provincia di Torino,… sono ormai da anni abituati a gestire il problema dell’inquinamento atmosferico anche con la sospensione del traffico veicolare.
Noi cuneesi che cosa attendiamo a fare altrettanto? Che i nostri bambini/e e ragazzi/e si ammalino di leucemia?!
I dati che l’ASL 18 comunica sulle malattie respiratorie nella nostra zona sono o non sono i più alti della Regione?
Che cosa pensano di fare i nostri Consiglieri Provinciali al fine di migliorare lo stato dell’atmosfera del territorio braidese ed albese? Il problema della salute degli abitanti esiste solo quando si è all’opposizione?
Non sarebbe possibile avere in modo continuativo e più pubblico i dati del monitoraggio degli inquinanti atmosferici delle città di Bra ed Alba attraverso continue pubblicazioni sui giornali locali?
L’aria più pulita non farebbe anche bene alle attività turistiche della zona?
Perché non investire di più, come comuni, anche nella ricerca e nella promozione delle energie pulite? Promuovere studi, ricerche,concorsi, sovvenzionare progetti che favoriscano lo sviluppo dell’idrogeno o altro ancora…?
Forse si preferisce continuare a navigare a vista sui problemi ambientali?
Perchè non investire di più in risorse umane, assumere personale qualificato al fine di strutturare adeguatamente gli Assessorati all’Ambiente delle nostre Amministrazioni Comunali?
Penso che i cittadini come sempre hanno pazienza, ma non sono stolti a tal punto da voler continuare a credere alle più sofisticate giustificazioni politiche del non agito in campo ambientale. Ci vuole coraggio, prevenire e non solo procedere, sulle emergenze ambientali, davanti alle urgenze?
Cari Sindaci ed Amministratori senz’ altro la gente sarà con voi se…
Non si chiede la rivoluzione, solo più tutela della salute pubblica e di quella dei bimbi in particolare.
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